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Mo.Ve: "La politica fiscale dei trasporti oggi incrementa l'esclusione sociale"

22.10.2004

Indispensabile ripensare e rivalutare le nostre città

"Dobbiamo diventare utenti della mobilità e non più "contribuenti" passivi di un sistema fiscale che nel settore dei trasporti accresce i problemi di esclusione sociale". Questo è il forte e molto preoccupato quarto messaggio che viene dal 3° Forum Internazionale di Mo.Ve - Osservatorio Permanente sulla Mobilità Sostenibile, voluto dall'Automobile Club d'Italia in collaborazione con FIA Foundation e un network di Istituti di Ricerca e Università Europee e degli Stati Uniti coordinati dall'Università di Milano Bicocca.

In Europa, con sempre maggiore frequenza, gran parte della popolazione si allontana dai "luoghi centrali" per sostenere minori costi sulla casa, sostituendo tempi e spese di viaggio ai costi della rendita urbana. Le aree servite dai mezzi pubblici sono ugualmente care e di conseguenza aumenta il fenomeno della "dispersione" abitativa, zone a bassa densità non coperte dai trasporti pubblici.

I residenti in queste aree - generalmente di reddito medio-basso - vengono, cosi, a dipendere dall'automobile, bene particolarmente tassato, con il paradosso che i ceti meno abbienti sussidiano il trasporto pubblico collettivo per i ceti più benestanti che, vivendo all'interno delle città, si trovano a poterne usufruire.

A causa di questi fenomeni, paradossalmente, le politiche di mobilità della grande maggioranza delle municipalità europee accrescono i fenomeni di eclusione sociale gravando sulle fasce economicamente deboli della popolazione.

Occorre ripensare e rivalutare le nostre città. Le politiche di restrizione alla circolazione nei centri storici, raccomandano a Mo.Ve, non devono diventare strumenti di reddito per gli Enti locali (l'esperienza di Londra inoltre ha evidenziato che il "congestion charging" non puo essere un modo per portare entrate fiscali) quanto l'occasione per sviluppare politiche di mobilità sostenibile e per migliorare la qualità della vita, anche riequilibrando le scelte modali dei cittadini.