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Luigi Broggini: Vittoria
Raffinato scultore e ceramista, Luigi Broggini fu uno dei protagonisti nella scena delle arti figurative italiane nei decenni a cavallo della seconda guerra mondiale. Partecipò fra il 1938 e il 1942 al movimento milanese “corrente” nato intorno alla rivista “Corrente di vita giovanile”, insieme a Treccani, Guttuso, Sassu e Tassinari. Nel 1952 ha realizzato il “Cane a 6 zampe” celebre marchio dell’Agip.
La “Vittoria”, superbo esempio della sua scultura illuminata, venne collocata nella sede dell’ACI di via Marsala a Roma, al momento dell’inaugurazione, nel 1960.
A. Tot: Fari, pistoni e semafori
Scultore e pittore magiaro, Amerigo Tot aveva lo studio a Roma. E’ suo il bassorilievo, di lontana ascendenza futurista posto quale fregio sulla pensilina della stazione Termini a Roma.
Tot è stato anche l’autore del martello e della cazzuola usati da Papa Paolo VI in occasione dell’anno santo 1975.
Già dalla sua nascita l'automobile rappresenta, attraverso il suo slancio e la sua potenza, un mezzo che personifica l'idea stessa della sfida, della competizione e la sua identificazione con una energia primordiale ne definisce un'identità molto precisa. L'automobile, più che un veicolo, appare soprattutto come un mezzo agonistico, partecipe insieme ai suoi piloti di imprese sportive favolose che ridimensionano le avventure descritte da Jules Verne ad una sfera quasi umana. E' in questo clima che Umberto Boccioni realizza le tempere con i soggetti automobilistici che appartengono all'Automobile Club d'Italia e che risentono fortemente dell'entusiasmo generato dalla sfrenata corsa dei veicoli e dal vorticoso movimento dei motori lanciati nella rapida andatura del gareggiare. Queste sette opere, dipinte con una tecnica molto sapiente e raffinata, rappresentano, inoltre, l'importantissima testimonianza giovanile dell'opera di un artista che diventerà uno dei maggiori protagonisti della scena culturale internazionale di questo secolo.
Automobile e caccia alla volpe
Umberto Boccioni, 1904
Queste tempere possono considerarsi, quindi, come uno dei punti di partenza nello sviluppo della poetica dell'artista sulle linee di forza, sulle compenetrazioni dei piani e sulle potenzialità dinamiche di un oggetto. Non si hanno notizie documentate sulla committenza di queste opere, ma è facile ipotizzare che vennero richieste all'artista dallo stesso ente che ancora le possiede. Questo permetterebbe, inoltre, di datare con maggiore precisione il momento di esecuzione delle tempere variamente attribuito dai diversi studiosi. Se l'ACI viene costituito nel gennaio del 1905 si può, allora, supporre che questi bozzetti, conservati insieme ad altri disegni coevi di soggetto simile ma di artisti diversi, non vennero eseguiti prima di quel momento. Ipotesi già avanzata da Anna Maria Damigella che avvicinava le tempere al disegno dal tratto più deciso per la copertina dell'Avanti della Domenica del 12 novembre 1905 con l'incedere saettante di un'auto in corsa. La maggiore sintesi di questa immagine rispetto ai bozzetti dell'ACI è senza dubbio dovuta alla tecnica di esecuzione, la xilografia, che accentua fortemente i contrasti tra ampie zone di colore, solitamente il tracciato nero in opposizione al bianco del foglio.
Automobilisti in corsa e contadinelli
Umberto Boccioni, 1904
Questa tensione verso una forma che potesse rappresentare il senso della vita moderna, Boccioni la trasmette già nei bozzetti per l'ACI attraverso il suo personalissimo modo di interpretare l'accelerazione e l'impeto dell'automobile. Seguendo gli esempi della grafica più all'avanguardia di quegli anni, in particolare quella di area nordica, sull'orma del linearismo caricaturale che caratterizzava i disegni della rivista Simplicissimus o del pungente foglio satirico Punchi, l'artista realizza una serie di immagini di grande impatto visivo. Le sagome seccamente tracciate con un segno marcato che sottolinea i contorni delle varie figure sono disposte a comporre l'immagine senza eccedere in altri dettagli. Attraverso pochi elementi Boccioni costruisce percorsi prospettici audaci deformando e adattando al formato molto orizzontale o molto verticale ogni singolo elemento o personaggio. Alla novità del soggetto, variamente illustrato in quegli anni, egli accosta piccole scene di genere lontane da una tradizione tipicamente italiana.
Auto in salita
Umberto Boccioni, 1904
Uno spettacolo nello spettacolo si disputava con eleganza ed accanimento e che cominciava, dalla fine dell'Ottocento, ad avere molti proseliti anche in Italia. Già nel 1895 si era disputata la prima gara, la Torino - Asti - Torino, alla quale sarebbe seguita nel 1898 la Torino - Alessandria - Torino, poi la corsa sul circuito di Brescia e, nel 1906, la prima larga Florio con il giro delle Madonie, preceduta nel 1905 dalla Coppa Florio sul circuito di Montichiari. L'Italia entrava nel mondo delle competizioni internazionali, terreno di contesa in Europa tra Gran Bretagna, Francia e Germania. E già nel 1904 per espandere il nascente mercato dell'automobilismo e incrementare le esportazioni, in Italia si erano sviluppate (una quarantina) fabbriche e officine di montaggio per autoveicoli.
Umberto Boccioni, 1904
Questo portava a potenziare sempre più la cilindrata delle vetture e a modellare i telai sulla calibratura delle nuove andature che crescevano con sempre maggiore rapidità. Ed è proprio questo tema della velocità ad affascinare Boccioni. La velocità come espressione di progresso; la velocità percepita come idea nuova da rappresentare. Una sensibilità moderna attraverso la quale modificare il linguaggio stesso del l'arte, come avverrà qualche anno dopo con il Futurismo, e ridefinire la struttura stessa dell'immagine mediante nuove coordinate spazio - temporali. Nei pannelli dell'ACI è già racchiuso questo pensiero. L'assoluta sintesi, l'enfasi degli scorci, le angolazioni esagerate, l'improvvisa interruzione della scena creano la sensazione di una durata prolungata nel tempo e, allo stesso tempo del precipitare improvviso dell'azione sullo spettatore. Costruite quasi tutte sulla diagonale della composizione queste tempere, oltre alla grande freschezza mostrano un'intensa riflessione sulla maniera di figurare il movimento e una conoscenza approfondita della dinamica della macchina. Ma anche delle diverse tipologie delle auto da corsa che si ispirano alle forme della Fiat, delle Itala o delle Isotta Fraschini. E lo studio di quelle linee saettanti è il segno di una ricerca che porterà Boccioni verso le dimensioni più universali ed assolute del Futurismo.